MUSIC ARMY

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CONFERENZE

Ti piacerebbe organizzare una conferenza inerente la musica? Lo staff di Music Drops è disponibile ad aiutarti. Ideamo conferenze su qualsiasi argomento musicale. Usa i contatti che trovi sul blog per saperne di più!

sabato 27 dicembre 2014

La canzone di oggi: White christmas


Oggi parliamo di un classico che, da quando è stata composto, è entrato nella tradizione delle festività natalizie: White christmas.
Frutto della creatività di Irving Berlin, compositore e paroliere americano con origini russo-ebraiche nato alla fine del XIX secolo, esistono varie ipotesi sul luogo in cui sia stata composta.
In pubblico è stata proposta per la prima volta il giorno di Natale del 1941 da Bing Crosby durante il suo show radiofonico alla NBC Radio "The Kraft Music Hall".
Successivamente, il 29 maggio 1942 lo stesso Bing Crosby ha registrato la canzone con la John Scott Trotter Orchestra e i Ken Darby Singers per la Decca Records in 18 minuti.
Da quell'anno, la versione incisa da Bing Crosby detiene record di posizionamenti nelle hit parade e di vendite. La canzone detiene il record come singolo più venduto al mondo: la versione di Bing Crosby è accreditata di 50 milioni di copie, mentre l'edizione del 2009 di The Guinness Book Of World Records annovera questa canzone per i 100 milioni di copie considerando tutte le versioni esistenti.
E questi solo solo alcuni dei record di questa canzone.
Di tutte le versioni esistenti, quella che si può ascotare tuttora, che è anche la più famosa, è quella incisa dallo stesso Bing Crosby il 18 marzo 1947, in cui si è cercato di renderla il più fedele possibile alla versione del 1942, quando è stato richiamato dalla Decca Records per registrarla nuovamente insieme alla John Scott Trotter Orchestra e ai Ken Darby Singers perché l'originale si era danneggiato per il suo frequente utilizzo.
A questo punto, non resta che ascoltare alcune versioni di questa canzone natalizia dei record, senza dimenticare la versione italiana, Bianco Natale, con il testo scritto da Filibello (nome d'arte di Filippo Bellobuono), paroliere, compositore e giornalista italiano del secolo scorso.
 Buone Feste a tutti!


































sabato 20 dicembre 2014

Hit Parade: Left outside alone

Come non parlare di questo brano nella nostra classifica personale di singoli leggendari?
Il pezzo è il più rappresentativo di Anastacia e parla del suo complicato rapporto col padre. Una canzone pop rock dal ritmo incalzante e una voce divenuta iconica per il suo timbro estremamente scuro.
Insomma... per la sua fama, di "Left outside alone" non si può dire nulla senza essere banali. Segnaliamo solo che esistono tre versioni del video, una forma extended del testo e inoltre il "seguito", ovvero "Left outside alone part 2", che differisce dall'originale per il genere, divenuto pop melodico e con una voce molto più arrotondata e lontana dall'originale soul/rock di Anastacia prima maniera.


domenica 14 dicembre 2014

La storia delle band: Foreigner

Oggi torniamo a parlare delle band della storia della musica e lo facciamo trattando i Foreigner, gruppo rock anglo-statunitense formato nel 1976 da Mick Jonesm insieme a Ian Mc Donald (ex King Crimson). La prima formazione vide anche Lou Gramm, Ed Gagliardi, Al Greenwood e Dennis Elliott.
Il loro primo album, omonimo, uscitò nel 1977 piazzandosi al quarto posto della classifica US, ma questo non è l'unico album della band ad ottenere un piazzamento di alto livello nelle hit parade: "Double vision" (1978) arrivò al terzo posto US e al 32esimo UK, "Head games" (1979) si piazzò al quinto posto US, "4" (1981) fu al primo posto della classifica US e al quinto di quella UK, "Agent provocateur" (1984) si piazzò al quarto posto US e al primo nella classifica UK.
Gli album successivi, raccolte comprese, raggiunsero posizioni più basse in classifica.
Dopo i vari avvicendamenti nel corso degli anni, la formazione attuale della band vede il fondatore Mick Jones (chitarra, tastiere, pianoforte) insieme a Jeff Jacobs (pianoforte, tastiere, organo), Jeff Pilson (basso), Thom Gimbel (chitarra, sassofono) e Kelly Hansen (voce).
A questo punto non ci resta che ascoltarli.
Buona settimana...

sabato 6 dicembre 2014

L'album di oggi: Disraeli gears

Oggi parliamo dell'album che ha fatto conoscere al grande pubblico il trio dei Cream: "Disraeli gears".
Inciso dal gruppo inglese agli Atlantic Studios di New York nel 1967, si posizionò al quinto posto delle classifiche UK e divenne poi l'album più venduto dell'anno successivo raggiungendo anche il quarto posto nelle classifiche statunitensi.
Secondo quanto afferma Tom Dowd, ingegnere audio che si occupò delle registrazioni, le sessioni per l'incisione dell'album durarono soltanto tre giorni e mezzo.
L'album originale, che contiene 11 brani, è stato rimasterizzato nel 1998 ai PolyGram Studios.
Esiste poi anche "Disraeli Gears Deluxe Edition", che include sia la versione mono che la versione stereo, oltre a demos, registrazioni alle BBC Radio Sessions e versioni alternative di alcuni brani.
Di tutti i brani contenuti nell'album, vi proponiamo Strange Brew e Sunshine of your love, che sono anche i primi due singoli dell'album stesso.



La copertina di "Disraeli gears" è stata creaata dall'artista australiano Martin Sharp e consiste in una sorta di  collage psichedelico, con il titolo al centro e il nome della band sotto, il tutto circondato da una composizione floreale.
L'intenzione era quella di catturare idealmente il suono all'interno della copertina, che lo stesso Martin Sharp descrive come un "caldo suono florescente".


 E per ora è tutto. Buon weekend in musica!
 

venerdì 28 novembre 2014

Musica Virale: Caso 1

Oggi apriamo una nuova serie di post dedicata ad un fenomeno tipico della nostra epoca, ovvero il viral.
Si tratta, in poche parole, della diffusione a livello capillare ed esagerato di qualche cosa presente nel web. E la musica, grazie a YouTube e Dailymotion, non fa eccezione.
Un esempio eclatante, diventato un vero e proprio cult sulla rete, con milioni di visualizzazioni e centinaia di migliaia di covers, è il brano principale della colonna sonora del film "Frozen".
Il pezzo si chiama "Let it go" ed è stato cantato da varie voci, anche pop, oltre quelle ufficiali delle doppiatrici, vincendo l'Oscar come miglior canzone.
Con questa nuova serie di articoli vogliamo mettere in evidenza i casi musicali che hanno segnato il web, diventando effettivamente virali.
E per rompere, anche se solo parzialmente, i contatti con questa tendenza incontrollabile vorremmo proporre la versione italiana del brano, eseguita magistralmente da Serena Autieri.


sabato 22 novembre 2014

Meteore: Jo Chiarello

Nata il 7 marzo 1963 a Palermo, Maria Concetta Chiarello, meglio conosciuta come Jo Chiarello, è una cantante italiana rimasta in attività tra gli '80 e '90.
Scoperta da Franco Califano, che è stato anche autore di sue canzoni, Jo Chiarello partecipò al Festival di Sanremo del 1981 con la canzone Che brutto affare, venendo eliminata prima della serata finale e, successivamente, dopo avere interrotto la collaborazione con Califano, avere cambiato più volte sile musicale e look e avere cambiato alcune case discografiche a causa del modesto successo ottenuto, vinse nella categoria giovani di "Un disco per l'estate" del 1988 con la canzone Come nasce un nuovo amore e ottenne il secondo posto nella categoria "Nuovi" del Festival di Sanremo 1989 con Io e il cielo.
Ora non resta che ascoltarla.
Buon weekend in musica a tutti!





domenica 16 novembre 2014

Micropost: Halestorm

Oggi parliamo in forma molto abbreviata di un interessante gruppo hard rock statunitense: gli Halestorm. Capitanati da una giovane e fulva ragazza soprannominata Lzzy, questi giovani rockers sono stati i primi a raggiungere il vertice delle classifiche radio avendo come lead vocals una donna.
Peculiare il loro modo di arrangiare brani inediti e la composizione di pezzi su temi sociali importanti; ma soprattutto è apprezzabile lo sforzo nel trasformare brani non legati alla sfera rock, bensì ad artisti più commerciali, per poterli poi suonare nei concerti
Vi lasciamo valutare la loro importante attività con una cover di "Get Lucky" dei Daft Punk

domenica 9 novembre 2014

Hit Parade: Me against the music

Oggi torniamo a parlare di un brano che ha dominato le classifiche italiane, ovvero il celebre duetto fra Madonna e Britney Spears "Me against the music"
Il pezzo è stato oggetto di varie critiche, fra cui vogliamo ricordare quella della rivista "Spin", poiché ha inquadrato bene, a nostro avviso, lo stile della canzone: "un bellissimo esempio di Britney 4.0 - una pietra miliare dance a ritmo veloce che mastica una percussione che si propaga attraverso un trafficato ingorgo di sintetizzatori"
Da aggiungere le influenze rap e r&b del brano, nonché la presenza di una Madonna intellettuale e politicamente attiva, nel pieno periodo "American Life", che impreziosisce il video con la sua presenza da performer già abbinata alle doti di danza e canto della Spears ai tempi della loro esibizione agli MTV Video Music Awards in compagnia di Christina Aguilera e Missy Elliott

domenica 2 novembre 2014

La storia delle band: Carpenters

Oggi riprendiamo la storia delle band e lo facciamo parlando dei Carpenters, un duo musicale-vocale statunitense costituito da Karen (voce e batteria) e Richard Carpenter (voce, tastiere, pianoforte) che è rimasto in attività dal 1969 al 1983.
Il loro periodo di maggior successo è senza dubbio il decennio del 1970, con canzoni e album che svettano nelle classifiche e vincono premi di valore.
Annoverando tra gli autori dei loro brani anche Burt Bacharach, tra i loro successi si ricordano: (They long to be) close to you, del 1970, rimasto quattro settimane nella prima posizione del Billboard Hot 100 e vincitore di un Grammy Award ; Top of the world, del 1972, arrivata prima nella Billboard Hot 100 del 1973 e in Canada, terza nella classifica irlandese e quinta nella UK Singles Chart; Yesterday once more, scritta nel 1973 da Richard Carpenter e John Bettis , arrivata nella seconda posizione del Billboard Hot 100 e di cui Dori Ghezzi, nel suo album omonimo, incise la cover Io sto bene con te; Please Mr Postman, del 1974, che raggiunse la prima posizione del Billboard Hot 100 e la terza posizione della UK Singles Chart; A kind of hush del 1976.
Come se questi successi non bastassero, ecco alcuni record raggiunti dal duo: oltre 100 milioni di copie vendute dei loro album, con successo particolare in Stati Uniti, Giappone e Australia, e dieci album incisi in studio tra il 1971 e il 1983, nove dei quali sono stati certificati come dischi d'oro o platino in varie Nazioni.
Il duo ha concluso l'attività nel 1983 a causa della morte di Karen Carpenter, allora quasi trentatreenne, dovuta alle complicazioni dell'anoressia nervosa di cui soffriva.
Una curiosità: si trova abbastanza materiale riguardo la storia di Karen Carpenter; da segnalare, il film TV intitolato “The Karen Carpenter Story” trasmesso dalla CBS il 1° gennaio 1989, di cui Richard Carpenter è stato produttore esecutivo e curatore delle musiche, e il film di 43 minuti intitolato “Superstar: the Karen Carpenter Story” del regista Todd Haynes, reso pubblico nel 1987 e ritirato tre anni più tardi dopo che lo stesso regista ha perso una causa per violazione del copyright presentata da Richard Carpenter. Nel corso degli anni, quest'ultimo è diventato poi un film cult e inserito nella lista dei primi 50 film cult della rivista americana Entertainment Weekly del 2003.
Detto questo, non ci resta che vedere e ascoltare i Carpenters in alcuni dei loro maggiori successi.
Stay tuned!













domenica 26 ottobre 2014

Meteore: Jalisse

Oggi torniamo a trattare quegli artisti, cantanti ecc che dopo una prima ondata di successo hanno avuto una parabola discendente o sono spariti praticamente nel nulla, a livello mediatico e/o professionale.
La meteora di oggi è atipica, in quanto si tratta di un duo musicale ancora ufficialmente attivo, ma da sempre in lotta coi media per riuscire, come tanti altri gruppi, ad avere una maggiore visibilità... purtroppo con scarsi risultati.
I Jalisse, ovvero i coniugi Fabio Ricci e Alessandra Drusian, cominciano la loro carriera nel 1994, dopo alcune esperienze da solisti o con band, anche a livello televisivo.
Il nome del duo pare abbia il seguente significato in lingua araba "commensale che sa intrattenere nel racconto di favole e musica: siedi, accomodati e ascolta"
Dopo la scalata dell'universo Sanremo, ovvero Giovani, Nuove proposte e Big, i Jalisse vincono il festival del 1997 col brano "Fiumi di parole". Nonostante le discussioni e le polemiche dovute al regolamento, che aveva portato due quasi sconosciuti a vincere il festival, il brano è rimasto nella memoria collettiva di molti italiani, così come altri pezzi presentati in quell'edizione, divenuti poi grandi classici della musica leggera nostrana.
La carriera successiva, e ancora in corso, dei Jalisse ha prodotto tre album e svariati singoli, ma il successo del 1997 non è stato ancora bissato, almeno in termini di eco mediatica.
Da notare la curiosa e vana partecipazione di Alessandra Drusian a The Voice of Italy 2014 durante la fase delle blind audition.
Buon ascolto...


domenica 19 ottobre 2014

Il cantante di oggi: Giuseppe Cionfoli

Oggi, in occasione del suo compleanno, su Music Drops vogliamo ricordare un cantante e cantautore italiano che ha raggiunto una buona notoriertà negli anni '80.
Stiamo parlando di Giuseppe Cionfoli, nato ad Erchie in provincia di Brindisi il 19 ottobre 1952.
Dopo un passato nell'ordine dei frati Cappuccini, Cionfoli debuttò nel 1981 presentando al programma televisivo "Domenica In" il suo brano Nella goccia entra il mare all'interno di una gara per talenti nuovi.
Risultando vincitore, nei due anni successivi riuscì a partecipare al Festival di Sanremo con Solo grazie, che gli valse la Top 10 nei 45 Giri e il quarto posto in classifica generale, e Shalom.
Nel 1985, il suo brano intitolato Marta diventò la sigla dell'omonima telenovela sudamericana trasmessa anche su Rete 4, mentre nel 1994 Giuseppe Cionfoli partecipò al Festival di Sanremo cantando Una vecchia canzone italiana con la Squadra Italia..
Attualmente, oltre a continuare ad esibirsi in pubblico in Italia e all'estero, pare che tenga mostre d'arte in tutto il mondo.
E ora non ci resta che ascoltarlo.
Buona domenica a tutti!






sabato 11 ottobre 2014

Hit Parade: Un'estate italiana (notti magiche)

Correva l'anno 1990 e questa canzone spiccava al primo posto in classifica: stiamo parlando di Un'estate italiana (notti magiche).
Composto da Giorgio Moroder per essere la sigla del Campionato del Mondo di calcio che si è svolto in Italia, con il titolo originale To be number one e il testo di Tom Whitlock, quell'anno il brano ha raggiunto anche la prima posizione in Svizzera, la quarta in Norvegia e la settima in Svezia.
Noi di Music Drops vi proponiamo la versione italiana, per la quale il compositore di Ortisei si rivolse alla coppia Edoardo Bennato-Gianna Nannini, e la versione originale del Giorgio Moroder Project.
Una curiosità: la canzone è stata cantata dai tifosi tedeschi al termine della finale per il terzo posto ai Mondiali del 2006 Germania-Portogallo (finita 3-1) e diffusa dagli altoparlanti durante la premiazione di quello stesso torneo, vinto dall'Italia.
Buon ascolto e buon weekend!

 


sabato 4 ottobre 2014

Hit parade: Missing

Si torna a parlare dei brani che hanno scalato la vetta delle classifiche italiane, con una concentrazione specifica sul 1995, anno d'uscita del pezzo "Missing" del gruppo Everything but the girl.
Inizialmente concepito per essere una ballata pop da voce e chitarra, la canzone è divenuta la più nota della band, grazie al nuovo arrangiamento dance.
In Italia ha occupato il primo posto per lungo tempo, per poi passare al terzo.
Buon ascolto...

sabato 27 settembre 2014

Meteore: Martika

Oggi vi proponiamo una cantante americana che, sebbene risulti tuttora in attività, può essere considerata una meteora musicale degli anni '80.
Ci riferiamo a Marta Marrero, meglio conosciuta con il nome d'arte di Martika.
Nata a Whittier, Alaska, il 18 maggio del 1969, pare che abbia debuttato nel mondo dello spettacolo interpretando una ragazza orfana in "Annie", film musicale del 1982.
Successivamente, il 1988 è l'anno del suo album omonimo d'esordio mentre, tre anni più tardi esce il suo secondo e ultimo album, almeno per ora, intitolato "Martika's kitchen".
Noi di Music Drops vi proponiamo l'ascolto di tre sue canzoni: More than you know, I feel the earth move e Toy soldier.
Buon ascolto!








venerdì 19 settembre 2014

La canzone di oggi: Luna rossa

Oggi trattiamo una canzone che da quando è stata scritta, nel 1950, è un'icona della canzone napoletana e non solo: Luna Rossa.
Le parole del poeta Vincenzo de Crescenzo e la musica di Antonio Vian (all'anagrafe Antonio Viscione) hanno fatto di questa canzone un vero successo internazionale.
Con il ritmo di una beguine e il testo che usa un linguaggio radicato nel passato ma, allo stesso tempo, anche nuovo, Luna rossa ha avuto il merito di iniziare una vera rivoluzione nella canzone napoletana e, da subito, si è fatta conoscere al grande pubblico avviando la cosiddetta "nouvelle vague".
Il testo racconta la tristezza di un uomo che, vagando per strada di notte, spera che la sua amata si affacci al balcone e si rivolge alla luna chiedendole se la vedrà, ma questa le risponde "qua non c'è nessuno".
Il primo interprete fu il bolognese Giorgio Consolini, che presentò la canzone all'edizione del 1950 della Festa di Piedigrotta al Teatro Augusteo di Napoli, a cui fecero seguito tantissimi altri sia in Italia che all'estero, tanto da essere tradotta in 42 lingue e dialetti.
Tra gli interpreti di questo successo indimenticabile, Claudio Villa, di cui ne fece il suo cavallo di battaglia portandola al primo posto nella hit parade del 1951, Mario Merola, Gabriella Ferri, Massimo Ranieri, Mia Martini, Enzo Gragnaniello, Renato Carosone, Luciano Tajoli, Mango, Renzo Arbore con l'Orchestra Italiana, Noa, Caetano Veloso, Frank Sinatra, con il titolo Blushing Moon,  e la cantante tunisina M'Barka Ben Taleb che, insieme ad altre canzoni della tradizione napoletana nel suo progetto "Fusi tra due mondi", l'ha cantata in francese contaminandola con l'utilizzo di strumenti musicali tipici della musica popolare.
Ora non ci resta che ascoltare alcune di queste versioni.
Buon weekend in musica a tutti!





 










domenica 14 settembre 2014

Micropost: SuperHeavy

Oggi trattiamo brevemente un supergruppo musicale composto dal rocker Mick Jagger, dalla cantante soul Joss Stone, da Dave Stewart (Eurythmics), da Damian Marley e infine dal compositore di colonne sonore A. R. Rahman.
L'idea di questi artisti di fama mondiale era ed è quella di creare musica di significato, contaminandosi nei loro generi così differenti. Dopo varie jam sessions in cui i brani arrivavano a durare anche settanta minuti, il gruppo ha creato un album di cui vi presentiamo il singolo d'esordio
Buon ascolto...


giovedì 4 settembre 2014

La storia delle band: Alunni del Sole

Oggi riprendiamo la rubrica dedicata alla storia delle band e lo facciamo trattando la carriera degli Alunni del Sole, una band nata alla fine degli anni '60 sugli strascichi del periodo beat italiano e che tuttora calca il palcoscenico per presentare i propri successi.
I primi componenti furono i due fratelli di origine napoletana Bruno (chitarre) e Paolo (voce e pianoforte) Morelli e i romani Giampaolo Borra (basso), Giulio Leofrigio (batteria) e Antonio Rapicavoli (sassofono e flauto), che però lasciò il gruppo dopo l'incisione dei primi due singoli, Concerto e L'aquilone.
I due video seguenti che vi presentiamo sono tratti dalla trasmissione "Speciale per voi" condotta da Renzo Arbore, che lanciò il gruppo.





Seguirono quindi i primi album e altri singoli di successo, tra cui Un'altra poesia


...E mi manchi tanto


Jenny



Pagliaccio


 'A canzuncella, del 1977, che divenne un classico della musica napoletana e che è stata cantata successivamente anche da Ornella Vanoni e d Enrico Ruggeri


e Liù dell'anno successivo


Dopo qualche altra esperienza discografica di poco valore, gli Alunni del Sole hanno continuato a proporre dal vivo le loro canzoni.
A causa di un infarto, il 9 ottobre 2013 si è spento a Roma il pianista Paolo Morelli, per cui la formazione attuale vede Bruno Morelli (chitarra), insieme a Ruggero Stefani (batteria), Alessadro Saba (basso), Enrico Olivieri (tastiere) e Gianfranco Coletta (chitarra), ex componente, quest'ultimo, di gruppi quali il Banco del Mutuo Soccorso.
Stay tuned!



domenica 31 agosto 2014

Il brano sperimentale di oggi: I must not chase the boys

Il pezzo che andiamo ad analizzare oggi è stato un cavallo di battaglia del gruppo nordeuropeo Play, una girl band specializzata in pop rock.
Perché annoverare questo brano fra quelli sperimentali della nostra serie di post? Le ragioni sono varie.
Si tratta di un pezzo accattivante e popolare nel 2003, però ha certamente attirato l'attenzione di vari ascoltatori dai gusti totalmente diversi.
Un'analisi approfondita della canzone ci svela che si basa su una contrapposizione continua: le strofe, di stampo power pop, caratterizzate da atmosfere leggere, si scontrano violentemente col ritornello, chiaramente pop rock e arrangiato da una strumentazione pesante. Il testo, dal retrogusto neofemminista, si spalma meravigliosamente sulla composizione, nell'alternanza fra le parti più deboli e quelle aggressive.
La prima voce, che canta la maggior parte delle strofe, ha un timbro dedicato alla musica pop commerciale (soprattutto del filone americano) che va a scontrarsi con quello scuro e soul della seconda.
A condire il tutto la veemente variazione di ritmo fra strofa e ritornello si rifà al rock alternativo, mentre l'utilizzo dell'orchestra, contrapposta alla band e alla componente elettronica, presente soprattutto per il rumore bianco e le interruzioni totali del suono, è una peculiarità che risale al rock progressivo.
Queste caratteristiche applicate a un gruppo totalmente femminile costituiscono un caso unico e una piccola rivoluzione in sé, per via della scarsa diffusione di rock progressivo o alternativo nell'ala musicale delle donne.
Nonostante tutte queste contrapposizioni e curiosità, il pezzo resta radiofonico e di conseguenza accontenta i rocker come gli ascoltatori di musica pop, commerciale e gli intenditori di musica elettronica.
La sperimentazione sta proprio in tale mescolanza governata, in maniera rara e preziosa, dalle voci femminili.
Pare che sia stato usato per un noto spot pubblicitario italiano dal claim maschilista. Scelta infelice, vista la tematica del brano... o chissà, forse i soggettisti, travolti dal pezzo, volevano creare un'altra contrapposizione sul piano sociale? Mah...


sabato 23 agosto 2014

L'album di oggi: Radici

Oggi torniamo a parlare di album musicali diventati simboli della storia della musica e questa volta è il turno di "Radici", il quarto album di Francesco Guccini.
Uscito nel 1972, è caratterizzato da una particolare cura stilistica e delle musiche e rappresenta una svolta nella produzione del cantautore modenese.
Il tema principale di questo concept album è la ricerca del proprio passato; in copertina è raffigurata una fotografia con i nonni e i prozii e, all'interno del disco, una seconda fotografia vede Francesco Guccini insieme alla moglie Roberta ad indicare la prosecuzione della discendenza.





Il significato dell''album viene anche spiegato in prima persona dall'autore in una dedica all'interno del disco.
I testi delle canzoni contenute in "Radici" riprendono le riflessioni sullo scorrere del tempo che hanno caratterizzato anche i due dischi precedenti del cantautore modenese, "Due anni dopo" del 1970 e "L'isola non trovata" del 1971.
Nell'album "Radici", in particolare, il passato è rappresentato dalle canzoni Piccola città e Incontro, il presente che fluisce è in Canzone dei dodici mesi e il futuro si trova in Il vecchio e il bambino.
Complessivamente, è un album pieno di significati con un linguaggio semplice.
Ora non ci rimane che prendere in considerazione le canzoni una alla volta, partendo da quella che è anche il titolo dell'album e che si commenta da sola.








La seconda traccia dell'album è La locomotiva, sicuramente una delle più conosciute di Francesco Guccini: racconta un fatto realmente accaduto il 20 luglio 1893 alla stazione ferroviaria di Poggio Renatico (FE), che ebbe risonanza a livello nazionale e che il cantautore modenese lega anche a motivazioni politiche molto plausibili considerando il clima sociale di fine '800.


La terza traccia dell'album, Piccola città, è una canzone in cui Guccini descrive la Modena della sua infanzia, con episodi di vita vissuta, ribellioni e ostilità che scrisse a Bologna.


La quarta traccia, Incontro, è stata scritta dal cantautore modenese durante un viaggio in treno dopo avere ritrovato brevemente un'amica di vecchia data e segnata dal suicidio del compagno nel giorno di Natale mentre lei stava festeggiando in casa con la famiglia. Durante il brano, Guccini si riosserva nella nostalgia adolescenziale.


La traccia successiva, Canzone dei dodici mesi, prende in esame il passare del tempo nello scorrere dei mesi dell'anno. Nel video che segue ne vediamo la versione live registrata il 20 gennaio 1982 a Lugano nella sede della televisione svizzera RTSI. Nell'occasione, Francesco Guccini è accompagnato da Jimmy Villotti e Juan Carlos "Flaco" Biondini alle chitarre e Tiziano Barbieri al basso.


La Canzone della bambina portoghese tratta lo scorrere del tempo e, più precisamente, lo scorrere della vita di tutti i giorni, sfruttando le parole di una bambina che pare stare molto tempo vicino al mare.


La traccia conclusiva dell'album Radici é Il vecchio e il bambino, che nell'analisi del passare del tempo rappresenta il futuro.
Precisamente, mette di fronte due generazioni successivamente all'olocausto dopo una guerra nucleare.
In questo dialogo, il vecchio racconta al bambino come fosse la Terra prima della distruzione totale.
Alla fine del racconto, il bambino conclude dicendo: "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre".
Nel video che segue, ne vediamo una versione registrata da Francesco Guccini nel 1971, un anno prima dell'uscita dell'album Radici, con il titolo Un vecchio e un bambino.


 Infine, riteniamo interessante anche porre l'attenzione sui musicisti che accompagnarono Francesco Guccini in questo album: Ellade Bandini alla batteria, Deborah Kooperman al flauto, alla chitarra e al banjo, Ares Tavolazzi al basso, Gigi Rizzi alla chitarra e Maurizio Vandelli a mellotron e moog.
Detto questo, non ci resta che augurare a tutti un buon weekend in musica!

 

domenica 17 agosto 2014

Hit parade: Mon petit garçon

Oggi parliamo di uno dei singoli più famosi del 2002. Inciso da Yu Yu e divenuto celebre grazie a uno spot pubblicitario, si tratta di un brano pop francese frutto di una collaborazione internazionale fra autori e musicisti

domenica 10 agosto 2014

L'arte di Elton John

Oggi parliamo di uno dei più grandi musicisti inglesi, uno che, indipendentemente dai gusti musicali, si annovera indiscutibilmente tra gli artisti che hanno lasciato e lasceranno il segno nella storia della musica: Elton John.
Nato a Pinner nel 1947 come Reginald Kenneth Dwight, molti sono i titoli onorari di cui è stato insignito, tra cui quello di Cavaliere della Regina Elisabetta per il suo contributo al mondo musicale, alla cultura musicale e alla beneficienza.
Lasciando come sempre agli interessati tutti i dovuti approfondimenti del caso sulla biografia e l'opera del musicista inglese, teniamo comunque a sottolineare che Elton John si distingue da molti altri musicisti per l'utilizzo costante, nelle sue composizioni, della tecnica dell'armonizzazione, vale a dire, con parole un po' più semplici, un giusto connubio tra melodia e armonia.
Per quanto riguarda la carriera, dopo avere iniziato con vari gruppi minori, avere tentato di diventare il cantante di gruppi più famosi quali Gentle Giant e King Crimson, Elton John inizia a comporre brani e ad incidere album.
Nel 1967, dopo avere risposto ad un annuncio per la ricerca di nuovi talenti, inizia la sua collaborazione con Bernie Taupin, insieme al quale Elton John ha composto tantissimi brani che ancora oggi si ricordano.
Ripromettendoci di affrontare in maniera più approfondita la sua produzione artistica, va comunque ricordato che il musicista inglese ha composto anche colonne sonore di tutto rispetto, tra cui la più famosa forse è "The Lion King", e ha anche inciso la cover Pinball Wizard degli Who, interpretata personalmente nel film "Tommy".
Inoltre, dalla seconda metà degli anni '90 la sua arte compositiva si è estesa anche al mondo del musical.
Merita ora soffermarsi un attimo a trattare il profilo vocale di Elton John.
Inizialmente si presentava come tenore, facendo anche uso del falsetto, poi nel 1986 ha cominciato ad accusare problemi di gola che lo hanno portato ad avere una voce più roca.
L'anno successivo è stato sottoposto ad intervento chirurgico per la rimozione di alcuni noduli causati, come ha dichiarato lo stesso musicista inglese, dall'uso frequente di droghe e, una volta guarito, il suo profilo vocale è diventato quello di un baritono.
Per dovere di completezza, va precisato che Elton John ha continuato a fare uso di droghe fino al 1990, quando è completamente guarito dopo essersi affidato ad un centro di riabilitazione.
A questo punto non resta che ascoltare alcuni dei suoi grandi successi.
Buon ascolto!













giovedì 31 luglio 2014

Meteore: Diana Est

Oggi torniamo a parlare di meteore musicali e lo facciamo trattando la breve carriera di Diana Est, all'anagrafe Cristina Barbieri, che è stata interprete della new wave italiana degli anni '80.
Nipote di Mario Lavezzi, viene portata nel mondo della musica dallo zio e la sua prima apparizione in pubblico avviene all'età di 17 anni come corista di Ivan Cattaneo.
Nel 1982 ottiene un contratto con la Dischi Ricordi e per lei Enrico Ruggeri scrive i testi dei 45 giri di Le Louvre e Tenax (rispettivamente nel 1982 e nel 1983), mentre le musiche sono di Stefano Previsti.
Senza una voce particolarmente interessante, Diana Est (“Diana” è stato scelto in ricordo della dea romana della caccia, mentre “Est” ricorda il verbo latino “è”) si presenta con un abbigliamento che ricorda alcune donne dell'Antica Grecia, un aspetto androgino e accenni all'estetica del periodo new wave. Nel creare il suo personaggio, i produttori puntano proprio su questa “sospensione” tra antico e moderno, anche se la sua presenza nel mondo della musica dura poco: scaduto il contratto quinquennale con la Dischi Ricordi, Diana Est decide di lasciare il mondo della musica pensando che questo tipo di carriera non sia adatto a lei e smette anche di partecipare a programmi radiofonici e televisivi.
Nell'unica intervista dopo il suo ritiro, rilasciata a Radio Popolare il 24 gennaio 2004, la cantante ha espresso giudizi negativi riguardo l'ambiente musicale di quel periodo.
Pare che attualmente abiti in provincia di Milano, dove svolge la professione di antiquario.
Ora non ci resta che ascoltarla!
Buon weekend in musica a tutti!






venerdì 25 luglio 2014

La storia delle band: Shaa Khan

Oggi Music Drops inaugura una nuova rubrica dedicata alla storia delle band, con l'intenzione di trattare gruppi più o meno conosciuti al grande pubblico spaziando tra i vari generi musicali.
Per fare questo, dedichiamo il seguente post agli Shaa Khan, una band tedesca di genere heavy prog rock originaria di Duisburg.
I fondatori di questo gruppo nato negli anni '70, il cui nome non ha senso compiuto ma è semplicemente un gioco di parole che piaceva ai musicisti, sono il chitarrista Roland Soltysiak e il batterista Walter Kaulhausen.
A questi, nel corso degli anni si uniscono altri musicisti: Heiner Waldmann (chitarra, voce), Klaus Grandt (voce, percussioni) e Horst Scliechtriemen.
Dopo essere stati band di supporto, gli Shaa Khan iniziano ad esibirsi in maniera indipendente.
Nel 1978 esce il loro primo LP, intitolato "The world will end on friday" e nel 1979 esce il secondo, intitolato "Anything wrong?".
La loro carriera prosegue senza interruzioni fino al 1993, quando fanno la loro ultima apparizione in pubblico in un concerto a Duisburg insieme a Bröselmaschine e Sheevon.
Pare che dal 2007 gli Shaa Khan abbiano ripreso la carriera esibendosi in concerti in cui presentano i loro successi.
A questo punto non resta che ascoltarli.
Buon weekend in musica a tutti!











sabato 19 luglio 2014

Micropost: Indila

Adila Sedraia, vero nome di Indila, è una cantautrice francese nata nel 1984 a Parigi. Per via delle sue origini miste, dalle radici algerine, cambogiane e indiane, e della sua capacità di parlare fluentemente francese, inglese e hindi, si definisce "bambina del mondo". Questa dicitura appare anche nel brano che vi presenteremo a fine post.
La sua musica si ispira a star americane, ma anche a voci classiche della melodia francese come Jacques Brel. Dopo un periodo di collaborazioni importanti con artisti della sua patria, Indila pubblica il suo primo singolo, "Dernière Danse", appartenente al genere groove e con delle forti influenze della musicalità parigina.
L'artista in questione si occupa di hip hop francese, r&b contemporaneo, del succitato groove e del genere Bollywood.
Appartiene alla nuova ondata di cantanti e cantautori come Stromae, che negli ultimi anni hanno stregato i paesi francofoni con voci e personalità artistiche interessanti e originali.


sabato 12 luglio 2014

Hit Parade: E' l'uomo per me

Oggi trattiamo un brano della hit parade del 1964 che rimase al primo posto per quattro settimane consecutive.
Il pezzo in questione fu il secondo di Mina a raggiungere la vetta della classifica durante l'anno, decretando il suo ritorno in grande stile sulla scena musicale dopo l'ostracismo subito per la gravidanza e la relazione con Corrado Pani.
A-side di "So che non è così", reinserito nell'album "Studio Uno", il più venduto del 1965, e brano portante della colonna sonora del film "Due Partite", "E' l'uomo per me" rimane uno dei pezzi più importanti della cantante, soprattutto del periodo anni '60, di cui rappresenta un vero e proprio simbolo.


sabato 5 luglio 2014

L'album di oggi: MCMXC a.D.

Oggi inauguriamo una nuova rubrica dedicata alla trattazione di album musicali ritenuti degni di particolare nota per il loro significato e per il segno che hanno lasciato nella storia della musica e cominciamo trattando l'album di esordio degli Enigma, gruppo nato nel 1990, come l'album stesso.
Stiamo parlando di "MCMXC a.D.", un concept album il cui titolo, in numeri romani, indica proprio l'anno di pubblicazione.
L'album suscitò molte polemiche per i temi trattati, tra cui il conflitto tra religione e sessualità, le credenze cristiane e l'apocalisse (tutto tratto dalla Bibbia).
"MCMXC a.D." comincia con il suono di una sirena nella nebbia (la "sirena di Enigma") e la voce di Louisa Stanley, protagonista del primo brano dell'album, The Voice of Enigma (trad. La voce di Enigma), dove si susseguono continuamente il canto gregoriano, che simboleggia la religione, e il canto di donna, che simboleggia la lussuria e le tentazioni.



Seguono poi i primi tre movimenti dell'album, dal titolo Principles of lust (trad. I principi della lussuria), il primo dei quali, Sadeness (part I), divenne una hit a livello mondiale e si pone degli interrogativi sulle credenze del Marchese De Sade, che provava piacere attraverso la tortura. Questo brano in modo particolare ha attratto l'attenzione della critica per il mix tra canto gregoriano e musica beat e, per completare il quadro, ci sono il triangolo, il flauto shakuachi, la voce francese narrante e i respiri di Sandra, moglie di Michael Cretu, produttore e cantante degli Enigma. La voce di Sandra Cretu è poi quella che gradualmente invita l'ascoltatore a lasciarsi andare ai piaceri della lussuria. Sadeness riprende, seguito da un breve pezzo di pianoforte e, poco dopo, si arriva alla fine del movimento.


Il quinto brano dell'album, Callas went away (trad. Callas se n'è andata), è un tributo alla celebre cantante d'opera Maria Callas.
Si comincia con una serie di cinguettii sintetizzati e mixati con il suono di un piano condotto dalla voce sussurrata di Sandra Cretu, alla fine del quale spunta l'aria Ces lettres, ces lettres tratta dall'opera "Werther" di Jules Massenet.e con cui si conclude il brano.


Il successivo Mea culpa comincia con il rumore della pioggia campionato dallo stesso brano dei Black Sabbath. Qui appare predominante il canto liturgico Kyrie eleison, insieme al suono del flauto e alla voce di Sandra Cretu.


Mea culpa sfuma in The voice and the Snake (trad. la voce e il serpente), un brano sperimentale basato su Seven bowls degli Aphrodite's Child in cui un gruppo di persone descrive la fine del mondo in modo misterioso e apocalittico menzionando la Bibbia.


A questo punto, una boccia cade a terra rompendosi e lascia il posto a Knocking on forbidden doors (trad. Bussando alle porte proibite), in cui il battito dei tamburi sembra simulare il bussare ad una porta, prima che la musica progredisca ad un ritmo più veloce per concludersi con un canto gregoriano.


Back to the rivers of belief (trad. Ritorno ai fiumi del credo), la seconda parte del triplo movimento dell'album inizia lentamente con le note di John Williams, tratte dal film "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Steven Spielberg, ad introduzione del canto gregoriano di Way of eternity (trad. Via dell'eternità), prima parte del movimento. Successivamente, lo stile beat di Sadeness è ripreso in Hallelujah con il suono del violino ad accompagnare la musica. Qui, il triangolo vocale si ripropone in uno stile tipicamente arabo, presente anche in Rivers of belief (trad. Fiumi del Credo), che chiude il movimento e che è l'unico brano dell'album in cui canta Michael Cretu.
Dopo il coro con Cretu, la musica si ferma completamente e una voce maschile intona "quando l'agnello aprirà il settimo sigillo, il silenzio contemplerà il cielo", tratto dalla Bibbia.
L'album termina con il suono del flauto shakuachi e il "Corno di Enigma".


La copertina dell'album fu progettata da Johan Zambrysky, autore della quasi totalità della discografia del gruppo. Si presenta come una cornice spessa e nera con al centro una silhouette circondata da una luce brillante e una croce cristiana in basso al centro ed è ispirata ai temi musicali presenti nell'album, ripresi da tre frasi emblematiche citate nella terza pagina del booklet


"MCMXC a.D." ha raggiunto il top delle classifiche in 41 Paesi vincendo svariati riconoscimeti come Disco d'Oro e di Platino. Nel 1991, il singolo Sadeness (part I) ha raggiunto la vetta di classifiche di genere.
Non si conosce il numero esatto di copie vendute, anche se le stime sono di 20 milioni circa.
E anche per stavolta è tutto.
Buon weekend in musica!


venerdì 27 giugno 2014

Micropost: Yavanna

Oggi parliamo di un gruppo alquanto singolare: Yavanna. Si tratta di un trio di  sorelle cantautrici e musiciste, dotate di una formazione classica e un talento incredibile per le armonizzazioni vocali.
Il loro immaginario artistico si dipana nell'universo fantasy, attraverso atmosfere particolari, coadiuvate dagli stilemi della musica medievale, così come dai tratti tipici di quella elettronica. La loro opera è estremamente ricercata, tanto che, dopo la vittoria del Cantagiro 2008, quando si presentano alle audizioni per la seconda edizione di X-Factor, superando il casting, non ritornano per la seconda fase delle selezioni perché, come hanno spiegato un anno dopo (sempre alle audizioni di X-Factor, terza edizione) non si sentivano ancora a loro agio nell'esprimere il loro mondo artistico attraverso i brani di altri autori.
Comunque partecipano alla terza edizione del programma, arrivando terze in classifica (e dimostrandosi le vere vincitrici della competizione per moltissimi fan e per questo blog). La loro presenza è senza dubbio anomala, poiché collocate al di fuori di quello che ci si aspettava da un programma di musica commerciale e interessante soprattutto per la massa.
In seguito pubblicano il loro album "Intuito Alchemico" con la collaborazione del bassista dei Subsonica.
Vi proponiamo il singolo "Una donna migliore" e le cover de "La vie en rose" e di "Figlio della Luna". Tutto rigorosamente live.
Buona musica a tutti