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domenica 31 agosto 2014

Il brano sperimentale di oggi: I must not chase the boys

Il pezzo che andiamo ad analizzare oggi è stato un cavallo di battaglia del gruppo nordeuropeo Play, una girl band specializzata in pop rock.
Perché annoverare questo brano fra quelli sperimentali della nostra serie di post? Le ragioni sono varie.
Si tratta di un pezzo accattivante e popolare nel 2003, però ha certamente attirato l'attenzione di vari ascoltatori dai gusti totalmente diversi.
Un'analisi approfondita della canzone ci svela che si basa su una contrapposizione continua: le strofe, di stampo power pop, caratterizzate da atmosfere leggere, si scontrano violentemente col ritornello, chiaramente pop rock e arrangiato da una strumentazione pesante. Il testo, dal retrogusto neofemminista, si spalma meravigliosamente sulla composizione, nell'alternanza fra le parti più deboli e quelle aggressive.
La prima voce, che canta la maggior parte delle strofe, ha un timbro dedicato alla musica pop commerciale (soprattutto del filone americano) che va a scontrarsi con quello scuro e soul della seconda.
A condire il tutto la veemente variazione di ritmo fra strofa e ritornello si rifà al rock alternativo, mentre l'utilizzo dell'orchestra, contrapposta alla band e alla componente elettronica, presente soprattutto per il rumore bianco e le interruzioni totali del suono, è una peculiarità che risale al rock progressivo.
Queste caratteristiche applicate a un gruppo totalmente femminile costituiscono un caso unico e una piccola rivoluzione in sé, per via della scarsa diffusione di rock progressivo o alternativo nell'ala musicale delle donne.
Nonostante tutte queste contrapposizioni e curiosità, il pezzo resta radiofonico e di conseguenza accontenta i rocker come gli ascoltatori di musica pop, commerciale e gli intenditori di musica elettronica.
La sperimentazione sta proprio in tale mescolanza governata, in maniera rara e preziosa, dalle voci femminili.
Pare che sia stato usato per un noto spot pubblicitario italiano dal claim maschilista. Scelta infelice, vista la tematica del brano... o chissà, forse i soggettisti, travolti dal pezzo, volevano creare un'altra contrapposizione sul piano sociale? Mah...


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