Perché annoverare questo brano fra quelli sperimentali della nostra serie di post? Le ragioni sono varie.
Si tratta di un pezzo accattivante e popolare nel 2003, però ha certamente attirato l'attenzione di vari ascoltatori dai gusti totalmente diversi.
Un'analisi approfondita della canzone ci svela che si basa su una contrapposizione continua: le strofe, di stampo power pop, caratterizzate da atmosfere leggere, si scontrano violentemente col ritornello, chiaramente pop rock e arrangiato da una strumentazione pesante. Il testo, dal retrogusto neofemminista, si spalma meravigliosamente sulla composizione, nell'alternanza fra le parti più deboli e quelle aggressive.
La prima voce, che canta la maggior parte delle strofe, ha un timbro dedicato alla musica pop commerciale (soprattutto del filone americano) che va a scontrarsi con quello scuro e soul della seconda.
A condire il tutto la veemente variazione di ritmo fra strofa e ritornello si rifà al rock alternativo, mentre l'utilizzo dell'orchestra, contrapposta alla band e alla componente elettronica, presente soprattutto per il rumore bianco e le interruzioni totali del suono, è una peculiarità che risale al rock progressivo.
Queste caratteristiche applicate a un gruppo totalmente femminile costituiscono un caso unico e una piccola rivoluzione in sé, per via della scarsa diffusione di rock progressivo o alternativo nell'ala musicale delle donne.
Nonostante tutte queste contrapposizioni e curiosità, il pezzo resta radiofonico e di conseguenza accontenta i rocker come gli ascoltatori di musica pop, commerciale e gli intenditori di musica elettronica.
La sperimentazione sta proprio in tale mescolanza governata, in maniera rara e preziosa, dalle voci femminili.
Pare che sia stato usato per un noto spot pubblicitario italiano dal claim maschilista. Scelta infelice, vista la tematica del brano... o chissà, forse i soggettisti, travolti dal pezzo, volevano creare un'altra contrapposizione sul piano sociale? Mah...