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venerdì 15 novembre 2013

Storia della musica elettronica (III parte): Avanguardia, Neoavanguardia, Neue Musik e Ferienkurse

Rieccoci a parlare della storia della musica elettronica. Nell'ultimo post di questa serie abbiamo accennato ad una sua diffusione tra il grande pubblico: vediamo ora come avvenne.
Innanzitutto occorre fare un passo indietro.
Nella prima metà del Novecento si fa strada il concetto di Avanguardia: usato inizialmente come termine militare e passato attorno al 1830 al linguaggio politico, successivamente ha cominciato ad indicare  i fenomeni radicali di innovazione artistico-letteraria in opposizione alle convenzioni estetiche dominanti, assumendo forme anche assai polemiche. Alla definizione del concetto di Avanguardia ha contribuito la discussione filosofica, sociale ed estetica sviluppata tra 1930 e 1950 in merito alla situazione artistica nella società moderna di massa..
Nel secondo Dopoguerra (anni '60), i movimenti della Neoavanguardia ne hanno ripreso gli atteggiamenti e le tematiche.
Di questi due movimenti parleremo più approfonditamente in seguito.
Con il termine Neue Musik (Musica Nuova), coniato nel 1920, venivano indicati gli indirizzi della musica moderna e, successivamente, quelli più sperimentali.
Ora occorre precisare un concetto molto importante per l'epoca di cui stiamo parlando: in Germania, che aveva a Darmstadt uno dei più importanti centri europei per la diffusione della musica d'Avanguardia, il Nazismo proibiva tassativamente ai giovani l'ascolto degli autori più avanzati.
Nel 1946, dopo la caduta della dittatura, nella città tedesca vengono istituiti i Ferienkurse für Internationale Neue Musik (Corsi estivi di Nuova Musica Internazionale) per aggiornare gli studenti tedeschi.
Due anni più tardi, per volere di René Leibowitz, questi corsi cambiano il proprio nome in Internationale Ferienkurse für Neue Musik (Corsi estivi Internazionali di Musica Nuova), aiutando in questo modo la divulgazione tra le masse.
In questa Musica Nuova si nota il desiderio di rottura rispetto alle idee tipiche del Nazismo, ovvero dai miti dell'ideale di comunicazione e di genio creatore, e la soggettività dell'individuo viene annullata. 
E' una musica che non intende necessariamente farsi capire e che si basa molto sul concetto di "arte per l'arte".
E con questo, anche per stavolta è tutto.
Buon weekend!




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