Nell'immaginario collettivo, il pezzo in questione è la rappresentazione imperitura del romanticismo nel genere melodico, ma in sé mostrava vari cambiamenti e scostamenti da questo stile, probabilmente dettati dall'edizione di Sanremo in cui fu presentata, ovvero quella del 1968.
Festival ricco di polemiche e famoso per i grandi ospiti stranieri, la faida fra Don Backy e Celentano, ma soprattutto per il suo passato recente, ovvero la morte di Luigi Tenco, che aveva modificato più o meno direttamente il modo di cantare di molti artisti, fra cui Tony Del Monaco, che presentò "La voce del silenzio" in doppia esibizione con Dionne Warwick.
Il pezzo parla di una persona che vuole meditare in quieta solitudine, ma ogni ricordo della sua esistenza riporta alla mente l'amore della sua vita, mai dimenticato. Dal punto di vista musicale e tecnico, la canzone appare come una battaglia fra la voce e la presenza stoica e prepotente dell'orchestra, elemento fondamentale in questa composizione di Mogol, Limiti ed Elio Isola.
La presentiamo in varie versioni, dall'originale (e snobbata) di Del Monaco e Dionne Warwick...
... passando per la versione che le diede la notorietà (probabilmente eterna), ovvero quella di Mina...
... fino alle versioni più recenti e originali dei seguenti artisti: Silvia Mezzanotte
Loretta Goggi
Ranieri e Mezzanotte
Alex Baroni
Mia Martini
E, a parte molti altri come Renato Zero, Ornella Vanoni, Renga, Luca Laurenti e Franco Simone, concludiamo con una versione in duetto dall'arrangiamento peculiare (grazie alla presenza di un flauto particolare). Ovvero la versione live, dal teatro del silenzio (neanche a farlo apposta) di Lajatico, di Andrea Bocelli ed Elisa
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